Ci aspettiamo tanto. Dai nostri figli e figlie in primo luogo. Devono essere - anzi sono - intelligenti. Devono essere socievoli, ma senza essere invadenti o imprudenti. Devono essere vivaci, ma non troppo se no sono iperattivi. Devono essere bravi, sapendo bene cosa significa in ogni circostanza (http://lartedieducare.blogspot.it/2018/03/fai-il-bravo.html).
Ci aspettiamo tanto anche da noi stessi. Dobbiamo essere amorevoli. Sempre presenti e sempre attenti. Nulla può sfuggirci - stati d'animo, episodi, macchie sui vestiti e colpi di tosse. Dobbiamo essere simpatici con i nostri bambini, accoglienti, stimolanti. Non dobbiamo mai deluderli, men che mai essere causa di qualche dispiacere - che potrebbe traumatizzarli. Dobbiamo poter soddisfare le loro esigenze materiali e cognitive: comprare ciò che serve senza essere da meno degli altri, iscriverli e accompagnarli alle varie attività sportive e non. Nel fine settimana proporre attività stimolanti. Lavorare per avere la capacità economica di soddisfare queste esigenze. Ma anche essere presenti in casa. Una casa che deve essere presentabile. Come presentabili devono essere i nostri figli (dunque con vestiti stirati e smacchiati e vari). Il cibo di qualità. Dunque si cucina e si fa la spesa con molta attenzione.
Solo che spesso al termine di una giornata così urliamo. Urliamo per l'ultima cosa che capita. Per un giocattolo in mezzo ai piedi. Per un capriccio sul cibo preparato con tanta dedizione. Per i denti che non vuole lavare. E urliamo con tutta la stanchezza e la fatica che abbiamo accumulato nella nostra giornata alla ricerca della perfezione. E allora tutto va in pezzi. Perché non ci aspettavamo di urlare. Non volevamo urlare. Perché vediamo i nostri figli spaventati che piangono. E tutti i nostri sforzi di essere genitori perfetti sono svaniti così. In un dannatissimo urlo serale. E dobbiamo rimettere insieme i pezzi. Della relazione con i bambini, della serata, e dell'immagine di noi stessi o noi stesse.
E se invece abbassassimo tutti l'asticella?
Se lasciassimo che i bambini siano bambini? Dunque possano anche sporcare, arrabbiarsi e "fare capricci", scalmanarsi, annoiarsi, non voler fare i compiti né lavare i denti né stare seduti dopo che hanno finito di mangiare.
E soprattutto se ci concedessimo di essere persone? cioè genitori limitati, fallibili. Solo "sufficientemente" bravi? Se qualche volta dicessimo semplicemente NO, anche se causa rabbia? se dicessimo "si fa e basta. Perché lo dico io!"? Se comprassimo un pollo in rosticceria e lo mangiassimo tutti insieme sul divano sporcandoci le mani e facendoci un sacco di risate di fronte a una cretinata americana che non ha nulla di "educativo"?
Io credo che urleremo di meno e rideremo di più, in una casa più sporca e più disordinata probabilmente, con figli meno intelligenti e stimolati, ma forse più sereni. E soprattutto con genitori meno perfetti e più umani. Perché avere un genitore perfetto deve essere proprio una grande disgrazia.
Nessun commento:
Posta un commento