"Educare i figli è un'impresa creativa, un'arte più che una scienza"
Bettelheim

19 marzo 2018

FAI IL BRAVO!


Adesso fai la brava oppure No, perché non sei stato bravo.  O ancora Se fai la brava, allora...

Frasi ricorrenti, che penso ogni genitore e maestra abbia pronunciato.
Ma che significa? Che significa essere bravo e brava? E ancor di più il suo contrario cattivo e cattiva?

Il vocabolario fornisce una tale varietà di significati e sinonimi da confermare l'idea che si tratti di una sorta di parola passe-partout, per indicare qualunque comportamento gradito o, al contrario, sgradito. Singolare poi che l'origine della parola - per quanto controversa -rimandi invece all'idea di 'selvaggio' e 'cattivo'!

Ma per un bambino che cosa significa essere bravo? O non esserlo? Siamo sicuri che quando diciamo ad un bambino che non avrà una certa cosa perché non è stato bravo sappia cosa significa e quindi possa non ripetere l'errore?

Se per esempio si è tutto inzaccherato giocando e il genitore, prefigurando l'ennesima lavatrice, lo rimprovera dicendogli andiamo a casa perché non hai fatto il bravo! siamo sicuri che il bambino comprenda che il problema sono le lavatrici? O non penserà piuttosto che la cosa grave sia essersi divertito? O forse semplicemente si renderà conto che il genitore è arrabbiato ma senza comprenderne il motivo.

La parola cattivo poi porta con sé anche un connotato morale che ne rende ancor più pericoloso l'uso. Quando un bambino è cattivo? Quando dà una spinta a un coetaneo per ottenere un gioco? Non è cattivo. Vuole solo il gioco e usa il corpo per ottenerlo, come è normale fino a una certa età. La cattiveria un'altra cosa.

Eppure abbiamo bisogno di dare indicazioni ai bambini e alle bambine su come ci aspettiamo che si comportino. O abbiamo bisogno di spiegare cosa è andato storto. Possiamo cercare di non essere generici però. Individuando e descrivendo con precisione il comportamento corretto. Per esempio prima di entrare al supermercato possiamo dire di non allontanarsi o di non toccare i prodotti sugli scaffali. E quando invece inevitabilmente il bambino toccherà un prodotto o cercherà di allontanarsi potremo ricordargli che è proprio quella la cosa da non fare, magari aggiungendo un sintetico perché.

E quando abbiamo bisogno di rimproverare possiamo anche in questo caso essere precisi: non si spingono gli altri bambini se vuoi un gioco. Meglio ancora se aggiungiamo un'alternativa costruttiva: prova a chiedere se te lo presta.

I bambini hanno bisogno di capire da noi cosa è giusto e sbagliato ma possono farlo solo se glielo spieghiamo in modo preciso e chiaro. Essere bravi o cattivi equivale solo a dirgli mi piaci non mi piaci. E' generico e rischia solo di far sentire il bambino criticato e non apprezzato, senza dargli la possibilità di imparare. Dunque finisce solo per renderlo insicuro.

Sfrorzarsi di dare un nome chiaro e preciso ai comportamenti aiuta anche noi adulti a capire cosa vogliamo o non vogliamo davvero. Questo si che è difficile.

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