Il "paese senza punta" immaginato da Rodari è davvero singolare: non solo ogni cosa è senza punta, ma si comminano multe molto particolari. In un certo senso anche queste non sono appuntite: il vigile multa il malcapitato Giovannino Perdigiorno:
E adesso, per favore, mi dia due schiaffi.
Giovannino spalancò la bocca come se dovesse inghiottire una torta intera.
- Per carità, non voglio mica finire in prigione per oltraggio a pubblico ufficiale. I due schiaffi, semmai, dovrei riceverli non darli.
-Ma qui usa così, - spiego gentilmente la guardia, - per una multa intera quattro schiaffi, per mezza multa due soli.
- Alla guardia?
- Alla guardia.
- Ma è ingiusto, è terribile.
- Certo che è ingiusto, certo che è terribile, - disse la guardia. - La cosa è tanto odiosa che la gente, per non essere costretta a schiaffeggiare dei poveretti senza colpa, si guarda bene dal fare niente contro la legge. Su, mi dia quei due schiaffi, e un'altra volta stia più attento.
Ora leggendo questo racconto pensavo che anche noi genitori potremmo pensare a famiglie senza punta, ossia senza punizioni. O meglio con punizioni al contrario, come quelle di Rodari. Non schiaffi, beninteso. Ma azioni e compiti che servano a riparare e a responsabilizzare anziché punizioni che sottraggono e mortificano.
Secondo me è possibile. Non solo nella fantasia. Proviamo?
(il brano è tratto da Il paese senza punta, in Favole al telefono, Einaudi ragazzi, p.26)
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