"Educare i figli è un'impresa creativa, un'arte più che una scienza"
Bettelheim

2 ottobre 2017

GENITORI (E) ALLENATORI


Oltre alla scuola sono ricominciate le varie attività sportive. I genitori nel pomeriggio si trasformano in accompagnatori da una parte all'altra del quartiere o della città. Non solo.
Spesso si trasformano anche in allenatori. Non volendo rinunciare al proprio ruolo solo perché si è in palestra, in un campo sportivo o in piscina. Restano a bordo campo o bordo vasca e si sbracciano facendo gesti inequivocabili ai bambini di fare silenzio, di stare fermi, di stare in fila o altre varie istruzioni. 

Il tutto è molto faticoso.

Per il genitore, che sta in tensione e, spesso, si arrabbia per gli atteggiamenti del figlio o resta deluso dai risultati. 
Per l'istruttore, che si trova a dover condividere il proprio ruolo educativo con molti altri adulti osservatori che spesso e volentieri intervengono limitandone l'operato.
Per il bambino, che non può affidarsi a una sola figura di riferimento e resta confuso o in tensione non sapendo bene a chi dare retta rispetto a cosa e non capendo se può semplicemente divertirsi o soddisfare precisi standard di comportamento o performance. Molto spesso infatti in questi casi il bambino, specie se alle prime esperienze extra scolastiche, fa resistenza e piange  in presenza del genitore, che si trova dunque ad affrontare anche la fatica di motivarlo e il senso di colpa di costringerlo (quante volte accade in piscina?).

Per questo in alcune strutture sportive i genitori sono invitati a restare fuori. Ma non sempre questa  scelta è gradita ai genitori.

Io credo che i ruoli siano importanti. Come ho già scritto, a ciascuno il suo. (http://lartedieducare.blogspot.it/2017/04/a-ciascuno-il-suo.html). Anche in questo caso. E' importante che ognuno faccia la propria parte. Niente di più e niente di meno. Così i bambini e le bambine potranno crescere con maggiore  chiarezza e armonia.

Il ruolo del genitore non è quello di un allenatore sportivo, né è suo compito stabilire regole di comportamento, metodi educativi in contesto sportivo, adeguatezza delle prestazioni. Il suo ruolo è, ancora una volta e sempre, quello di ascoltare i propri figli. Facendosi raccontare, se lo fanno, o comunque entrando in sintonia con lui o lei per capire se si è divertito, se è stato bene, se è teso ecc. Di apprezzare e valorizzare i successi e di sostenerlo e incoraggiarlo di fronte alle difficoltà o agli insuccessi. Di parlare con l'istruttore per condividere la conoscenza del bambino e collaborare alla sua crescita.

Il ruolo dell'istruttore è quello di gestire il gruppo, dare regole e farle rispettare, insegnare la disciplina sportiva specifica nel rispetto delle potenzialità di ciascuno, trasmettere i valori sportivi, confrontarsi sempre con il genitore.

Così nella complementarietà dei ruoli i bambini avranno differenti adulti di riferimento e da ciascuno potranno trarre stimoli adeguati e differenziati, ma coerenti. E se non è possibile, beh direi che è un'ottima ragione per cambiare struttura.

Dunque dopo aver accompagnato i bambini, lasciamoli all'istruttore a prendiamoci un'ora di relax. Farà bene a tutti.

Ah! Dimenticavo! Il ruolo dei bambini? Divertirsi!



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