Avete mai osservato cosa accade intorno a un'altalena? Si le altalene. Che in questi giorni di inizio primavera si riempiono nuovamente di bambini che fanno a gara per impossessarsene e di genitori che devono trovare il modo di far prima o poi smettere i propri figli.
Giorni fa dunque in un parco c'erano dei bambini che facevano la fila per l'altalena, quelle con la protezione per i più piccoli. Le altalene erano due, i bambini un po' di più, tutti piccoli.Chi aspettava insofferente, chi aveva conquistato l'altalena e non voleva mollarla. Ovviamente.
Poi c'erano i genitori. Quelli che spingevano e si divertivano. Quelli che spingevano e si annoiavano. Quelli che dovevano tranquillizzare i bambini impazienti di salire. E quelli che dovevano convincere i figli a scendere per lasciare il posto agli altri. Ognuno si barcamenava come meglio poteva.
Finché una mamma, il cui figlio non aveva nessuna voglia di lasciare l'altalena agli altri bimbi in fila dice: "le altalene sono troppo poche! Ce ne vorrebbe una ciascuno così non litigherebbero!".
Così noi genitori non dovremmo più togliere a forza bimbi urlanti dall'altalena, beccandoci minuti interminabili di pianti forsennati e in alcuni casi anche qualche calcione di ribellione.
Così, sopratutto, i bambini non dovrebbero mai imparare a riconoscere i bisogni degli altri, a tollerare una frustrazione e rinviare una gratificazione, a gestire un conflitto, non imparerebbero che le cose possono essere condivise e non solo possedute, che ci sono delle cose che sono per tutti e non solo per sé.
Così, soprattutto, ci risparmieremmo la fatica quotidiana di educare i nostri figli.
A quante cose può servire una fila in altalena!
Moltiplicare le altalene - per fortuna - è impossibile e comunque non dipende da noi. Ma quante volte affrontiamo così i piccoli conflitti quotidiani? Quante volte moltiplichiamo i giochi, le caramelle, le tappe dal giornalaio, i minuti di televisione, per evitare un testa a testa faticoso ma necessario?
ma c'è un modo per fare accettare ai bambini la condivisione?
RispondiEliminami ricordo un monologo di Bisio sui bambini che, secondo lui, sono di sinistra (http://www.pensieriparole.it/umorismo/battute-freddure/frase-23502).
invece penso che no. i bambini non sono di sinistra, non hanno il senso della condivisione e hanno invece ben presente cosa vuol dire MIO e TUO.
Grazie della citazione di Bisio che non conoscevo.
EliminaVenendo al punto credo che prima tutto sia possibile - e necessario - insegnare ai bambini il senso del proprio limite, ossia il fatto che non sono (i) soli e che oltre a sé c'è l'Altro. Su questa base la condivisione verrà da sé, a tempo debito e con naturalezza. Soprattutto poi se rafforzata dall'esempio di due genitori che abitualmente condividono.