"E' incredibile quanto sia sensibile mio figlio. Anche se è così piccolo capisce già tutto. Sta avanti"
Già.
Questa affermazione - o simili - viene pronunciata prima o poi immancabilmente da tutti i genitori. Ciò che mi colpisce è che ogni genitore pensi che sia una caratteristica peculiare e distintiva del proprio figlio o figlia. Quasi una conferma del sogno di eccezionalità dei propri figli che quasi tutti i genitori nutrono.
Non è così. Tutti i bambini e le bambine sono sensibili.
Cosa significa essere sensibili? In questi casi si intende la capacità di un bambino o di una bambina di essere ricettivo rispetto all'ambiente circostante, di coglierne umori, emozioni, sfumature, significati, anche non esplicitamente verbalizzati, e anzi di cogliere il vero contenuto emotivo di affermazioni spesso non coerenti con elementi non verbali della comunicazione ("non sono arrabbiato!"; "mamma e papà non stanno litigando!" ecc.).
Ed è proprio in questo significato che tutti i bambini e le bambine, dal momento della nascita, sono sensibili. Perché tutta la sfera emotiva delle relazioni e della comunicazione è immediata, cioè non-mediata da parole, codici culturali, filtri, inibizioni. Molto più per loro che per noi.
Siamo noi adulti piuttosto che abbiamo perso questa sensibilità, che abbiamo perso la capacità non di cogliere ma di ascoltare le emozioni che pure cogliamo dentro e fuori di noi. Noi adulti che viviamo la realtà in base a codici culturalmente definiti e non più direttamente emotivi. Per cui per esempio sosteniamo che mamma non è arrabbiata anche se ha appena urlato, o che mamma e papà si vogliono bene anche se non si guardano mai.
Per fortuna ci sono loro. I nostri figli che con la loro straordinaria (per noi) sensibilità ci ri-mettono in contatto con gli aspetti emozionali della nostra vita e ci costringono a farci i conti.
Si, perché a loro non gliela possiamo raccontare:
- non possiamo mentire: dire che non sono arrabbiata se non è vero. Tanto non ci crede, perdo solo di credibilità e genero confusione.
- non possiamo nascondere verità evidenti: inutile dire che va tutto bene se non è così. Meglio esplicitare con parole semplici cosa sta accadendo, in famiglia, nella coppia, nelle relazioni. Mamma e papà sono arrabbiati, preoccupati, stanchi. Ma risolveranno la cosa.
- non dobbiamo parlare di loro in loro presenza come se non ci ascoltassero: cosa che fanno abitualmente genitori, insegnanti, educatrici, medici. Come vi sentireste voi se qualcuno parlasse di voi in vostra presenza senza considerarvi o interpellarvi? Ecco, è lo stesso. Se sono presenti rivolgetevi anche a loro e includeteli nel discorso. Se no rimandate.
Una scuola di autenticità dunque. I nostri figli, con la loro sensibilità, ci smascherano e ci costringono a fare i conti con le nostre emozioni.
Grazie.
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