"Educare i figli è un'impresa creativa, un'arte più che una scienza"
Bettelheim

20 marzo 2017

Capricci?

Immagine di Prawny

Siamo proprio sicuri che siano sempre capricci? E se qualche volta avessero ragione 'loro' ?

Equitalia. Agenzia di Roma Sud. Il display dei numeretti è guasto. Le persone si aggirano nel grande androne, chi in piedi, chi seduto, chi va e chi viene, tutti con la preoccupazione di capire che numero stanno per chiamare. Tutti con una faccia triste, scocciata, preoccupata… da Equitalia non si va a prendere il caffè! Chi inganna l’attesa (e la preoccupazione) con il giornale, chi (quasi tutti) con il cellulare, chi chiacchierando con un compagno di sventura.

C’è anche una coppia, un papà e una mamma con una bimba di un paio d’anni. Anche la bambina vorrebbe ingannare l’attesa, ma non ha il giornale, né il cellulare, né qualcuno con cui chiacchierare! La mamma la fa sedere e le dice che deve stare seduta e ferma, le dà una caramella, ma la caramella finisce presto e la bimba vuole alzarsi e muoversi. Fuori c’è molto spazio, ma i genitori non l’accompagnano fuori. Fra poco tocca a loro… non sarebbe una buona cosa saltare il turno…
La bimba comincia ad agitarsi, scende dalla sedia, fa per correre, ma la mamma la ferma. Prova a fare qualche gridolino, ma la mamma le dice che non si può urlare… La mamma è agitata: oltre a stare in fila (da Equitalia!) non sa come tener ferma la figlia. La bambina si spazientisce e diventa sempre più difficile farla stare “buona” e in silenzio. La mamma si spazientisce anche lei, le ripete in modo sempre più insistente e perentorio che deve stare ferma. Il papà non interviene. Poi la mamma, arrabbiata, dice al papà: “se non se sta ferma la meno!”. Si capisce che fa sul serio.

Domande: 
Perché una bambina di due anni deve stare ferma? 
Perché tutti gli adulti hanno qualcosa di adeguato alla loro età e ai loro interessi per passare il tempo e la bambina deve solo stare ferma e zitta?
Perché ci viene più facile perdere la pazienza anziché costruire delle situazioni in cui tutto sia più facile?

Ipotesi:
La mamma e il papà portano con sé colori e fogli e lasciano che la bimba scarabocchi un po’, hanno con sé anche un libricino e lo guardano insieme, poi la mamma o il papà la portano a correre e a saltare un po’ fuori mentre l’altro fa la fila, poi le raccontano una storia tenendola sulle ginocchia, poi… E’ arrivato il loro turno e hanno passato tutti e tre il tempo.

Conclusione: 

poi diciamo che i bambini fanno i capricci.

3 commenti:

  1. Faccio la parte della mamma e del papà straniti dalle soluzioni che hai proposto (insomma la parte del diavolo);
    La Mamma: "Io non ho mai un attimo di respiro, quando siamo in casa faccio tutto io, almeno questo tempo di attesa vorrei svagarmi un po' e non dover pensare sempre io ad intrattenere mia figlia!" (con sguardo minaccioso rivolto verso il padre...) Il papà: "Non guardare me! Io non posso nemmeno svagarmi, col cellulare ci lavoro, io! Sto rispondendo a delle mail importanti. Lavoro anche mentre sono a casa, non stacco mai, e tutto questo lo faccio per la nostra famiglia!".
    Il problema è un po' sempre lo stesso per cui si cede al cibo spazzatura e si concede sovente il cellulare a bambini troppo piccoli o che lo usano per troppo tempo, un tempo in cui noi abbiamo sempre da fare "altro"...
    Mi domando spesso cosa spinge gli esseri umani a riprodursi, se è solo un istinto animale o qualcosa che "prima o poi va fatto", o se c'è di fondo il desiderio di popolare il pianeta di individui consapevoli.
    Il genitore che appartiene alle prime due categorie è un po' ostico rispetto alla comprensione delle dinamiche educative dell'ascolto e della condivisione, per una congenita incapacità di affrancarsi dai vecchi modelli genitoriali, quelli del "stai ferma e zitta", dei "perché no! E basta!" (senza appello), del "non tenerlo troppo in braccio, soprattutto appena nato, perché sennò si vizia", e mi fermo qui ma ne avrei ancora tante di queste perle di saggezza.
    È una questione culturale, e pur lavorandola ai fianchi, si fatica un po' a scardinarla.
    Spesso si è vittime di un ruolo imposto, che non si ha voglia, tempo e modo (e spesso paura) di mettere in discussione.
    Accompagnare i genitori per mano è compito assai arduo, specie quando li si trova arroccati e granitici, nelle proprie posizioni, convinti di essere nel giusto perché "da che mondo è mondo è sempre stato così!".
    Ammiro le persone, come te, che cercano soluzioni e strumenti per una genitorialità più consapevole e attenta.
    Buon viaggio ... ;-)

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    1. Parto sempre dal presupposto che ogni genitore fa sempre del proprio meglio. A volte però fare del proprio meglio non equivale a fare il meglio per il bambino/a e a volte neanche per sé! Nella situazione descritta nel post per esempio alla fine i genitori fanno comunque molta fatica e nessuno dei due trova 5 minuti per sé; anche la bimba fa fatica. Allora in situazioni come queste un po' di organizzazione e, soprattutto, un pensiero che sta dietro l'organizzazione, semplificherebbe e migliorerebbe la vita a tutti.

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    2. Infatti questo è l'ossimoro. Alla fine nessuno ha ciò che vorrebbe e tutti sono nervosi! Effettivamente bastava un po'di organizzazione prima...

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