L'altro giorno ho scoperto il significato dell'adolescenza. O meglio ho scoperto il significato della parola adolescente. Adolescente è il participio di adolesco, cresco, che a sua volta viene da ad- rafforzativo ed alere, nutrire. Quindi adolescente significa che si sta nutrendo. Laddove adulto significa che si è nutrito.
Questo ci dice tre cose importanti.
La prima è che gli adolescenti - non gli adulti immaturi, ma proprio gli adolescenti - sono ancora nell'età dello sviluppo. Sembra una cosa ovvia ma non è così. Molto spesso infatti ci rapportiamo con loro aspettandoci reazioni e comportamenti adulti, trascurando che l'adolescenza ha caratteristiche specifiche sul piano cognitivo, su quello emotivo e su quello esistenziale. Il cervello di un adolescente non è ancora completamente formato, la gestione emotiva è ancora immatura, la ricerca di senso e di un posto nel mondo è al centro del compito evolutivo dell'adolescenza, anche se si manifesta in modalità molto diverse da ragazzo a ragazzo. I genitori e gli insegnanti hanno il dovere di informarsi e conoscere queste specificità, per non rischiare di sbagliare mira, aspettandosi ciò che da un adolescente non ci si può aspettare e non fornendogli d'altro canto il giusto supporto.
La seconda è che hanno bisogno di nutrimento. Nutrimento cognitivo, relazionale, emotivo, esistenziale. Hanno bisogno di un contesto in cui trovare questo nutrimento. Al di fuori della famiglia certo, ma anche in famiglia. Perché se è vero che la spinta di un adolescente è verso fuori, è altrettanto vero che ha bisogno di un luogo emotivo dove tornare, per nutrirsi appunto. Dove trovare calore, accoglienza, sostegno, confini, regole e quindi - fatta scorta di nutrimento - ripartire per nuove e più ampie esplorazioni.
La terza è che l'adulto deve essersi nutrito. cioè dobbiamo essere maturi. Non adolescenti anche noi mettendoci al loro stesso piano. Ma fonte di nutrimento appunto. Punti di riferimento, modelli - anche da contestare e sovvertire -, stimolo continuo, proposta.
Nutriamo allora i nostri ragazzi garantendo loro una relazione matura, contenitiva e stimolante: ascolto, scambio, presenza, varietà di relazioni. Anche se ci sembrano appiattiti sull'uso dei social e privi di interessi non smettiamo di proporre loro letture, film, persone da incontrare, esperienze, viaggi (anche piccoli), esplorazioni... Forse il più delle volte li respingeranno, qualche altra li prenderanno. Comunque saranno uno stimolo, una proposta da contestare, prendere o trasformare. Ma sarà comunque nutrimento che fa crescere. E per poter nutrire i nostri figli nutriamoci noi stessi. Guardiamoci intorno, leggiamo, esploriamo, costruiamo relazioni ricche, siamo curiosi della vita e del mondo. Come quando allattavamo e avevamo il compito di calibrare il nostro nutrimento perché avrebbe influenzato la qualità del latte. Da molti anni abbiamo smesso di allattare. Ma il compito di nutrire è ancora indispensabile.
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