"Educare i figli è un'impresa creativa, un'arte più che una scienza"
Bettelheim

29 gennaio 2018

SMARTPHONE A SCUOLA ?

Il 19 gennaio il MIUR ha pubblicato "dieci punti per l'uso dei dispositivi mobili a scuola". Il decalogo a quanto pare è il risultato di "un gruppo di lavoro" nominato dalla Ministra "per fare definitivamente chiarezza" sull'"utilizzo dei dispositivi mobili personali a scuola" (Comunicato stampa di venerdì 19 gennaio, http://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-fedeli-a-futura-la-sfida-dell-innovazione-si-vince-sviluppando-spirito-critico-e-responsabilita-).

Personalmente non credo sia questa l'emergenza della scuola italiana. Proporrei piuttosto gruppi di lavoro su temi come: perché è sempre crescente il numero di studenti per i quali viene chiesta una valutazione? E che uso deve fare la scuola di questa valutazione una volta ottenuta? Oppure: come ridurre in modo strutturale la dispersione scolastica (nonostante i gruppi di lavoro), come rendere la didattica realmente inclusiva? come ottenere la carta per le fotocopie? (anche se usando i telefoni non serviranno più le fotocopie!) o altri temi simili, indubbiamente meno appariscenti ma forse più vicini ai bisogni quotidiani di studenti, docenti e famiglie.

Comunque, messa da parte la vis polemica, ho letto il decalogo. Francamente non capisco. L'ho letto più volte. Ma non capisco. Innanzitutto non capisco a chi si rivolge: alle scuole primarie o secondarie? Inferiori o superiori? No, perché c'è una bella differenza nel parlare di "uso responsabile" dei telefonini a 7 o 17 anni! Davvero stanno pensando di promuoverne l'uso in classe in ogni ordine e grado? Ma proviamo a mettere pure da parte simili dubbi.

Continuo a non capire.

"Ogni novità comporta cambiamenti". "I cambiamenti non vanno rifiutati ma compresi"." I dispositivi devono essere un mezzo non un fine"."Il digitale nella didattica è una scelta: sta ai docenti introdurla e condurla in classe". "Il digitale trasforma gli ambienti di apprendimento".

Ma ci voleva un gruppo di lavoro del MIUR (con soldi pubblici sottratti ad altri investimenti immagino) per fare queste affermazioni?

Dunque, siccome continuo a non capire, ma il documento è del MIUR - ci dovrà pur essere un contenuto- rileggo ancora. E ancora.

Complessivamente, mi pare alla fine di capire: il Ministero lascia alle scuole e ai docenti la responsabilità e la possibilità di usare gli smartphone personali degli alunni a fini didattici sostenendo che questo possa essere di aiuto alla didattica e alla crescita personale e dello spirito critico degli alunni (non mi sembrava che negli ultimi anni la scuola si sia interessata granché allo sviluppo dello spirito critico degli studenti, ma tralasciamo). Almeno credo. Non so se ho capito bene. Perché continua sfuggirmi l'età in cui tutto ciò comincia a diventare ammissibile. Poi mi sembrava fosse già possibile. E' vero che esiste una circolare del 2007 che vieta l'uso dei telefonini a scuola, ma se un docente lo ritiene necessario e utile può farli utilizzare, appunto a sua discrezione. E di fatto già accade (esperienza personale diretta). Dunque? A cosa serve il decalogo, il gruppo di lavoro, il comunicato stampa?

O ci stanno dicendo senza dircelo che sarà obbligatorio utilizzare i telefoni a scuola (da quale età?) perché è più moderno?

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