"Educare i figli è un'impresa creativa, un'arte più che una scienza"
Bettelheim

15 gennaio 2018

REGALI DI NATALE 2 - IL RITORNO (DEL DESIDERIO)

Riprendiamo proprio da dove ci eravamo lasciati. Dai regali di Natale.

Da quelli che effettivamente i bambine e le bambine hanno ricevuto. Oltre ad alcuni fra quelli che auspicavo nel post precedente (spero), sicuramente i nostri figli e figlie ne hanno ricevuti altri da scartare. Molti immagino. Almeno spesso così accade. In virtù del principio per cui non si può disattendere il desiderio di un bambino o bambina. Specie a Natale. Io su questo principio ho i miei dubbi, per lo meno sulla sua assolutezza. Ma ammettiamo pure che sia così. Il punto è: il desiderio. Davvero desiderano qualcosa? Sicuramente vogliono molte cose e sperano di riceverle. Cosa che puntualmente accade.

Ma il desiderio è un'altra cosa. Il desiderio è legato alla mancanza. Alla tensione per la mancanza. Ma anche alla speranza. La speranza di ottenere l'oggetto del desiderio. E' legato al futuro (e non al presente) E' legato al valore (e non al costo). E alla passione. Desiderio e passione sono l'uno il motore dell'altra. E sono l'essenza della vita. Immaginate una vita senza desiderio e senza passione. L'augurereste ai vostri figli? Io no.

Allora io rimetterei ordine in questi termini: i nostri figli a Natale hanno ricevuto ciò che hanno voluto e che hanno sperato di ricevere. Non hanno aspettato granché, né hanno faticato per ottenerlo. Non lo hanno realmente desiderato. Prova ne sia che l'appagamento si è ben presto esaurito e passata l'eccitazione frenetica del momento in molti casi gli oggetti tanto attesi sono già stati accantonati o presto lo saranno.

Allora io credo che ora, terminate le feste, potremmo cercare di fare loro il regalo vero: il desiderio. L'esperienza del desiderio. Come fare? La domanda è in effetti aperta nel mondo in cui viviamo. E sono anche io alla ricerca di risposte in questa direzione. Un fattore però mi sembra essenziale, anche se forse non risolutivo. Facciamoli aspettare. Non diamo tutto e subito. Lasciamo che si sviluppi l'attesa, la tensione dell'attesa, l'immaginazione che alimenta la tensione. E la passione.

L'attesa. Regaliamo loro l'attesa.

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